Chiusa, la cittadina degli artisti sull'Isarco

Borgo | Chiusa deve il suo nome allo stretto passaggio naturale che si forma tra la rupe di Sabiona, il fiume Isarco e il torrente Tinne. Denominata "Clusa", dal termine medio alto tedesco "kluse" per "chiusa", dal 1300 viene chiamata Klausen.

 

La Storia

547-77 d.C., prima testimonianza di un vescovo che risiede a Sabiona.
975, la sede vescovile di Sabiona viene spostata nella piana di Bressanone per motivi di spazio e di migliore accessibilità.
1027, in una pergamena di re Corrado II compare la prima menzione di Clausa come sub Sabione sita e stazione doganale. Grazie ai traffici commerciali tra mondo latino e germanico, la strada lungo la valle dell'Isarco acquista grande importanza.
1308, Chiusa è denominata per la prima volta Stadt, città.
1350-1550, la cittadina vive il suo periodo di massima fioritura grazie allo sfruttamento delle miniere nella valle del Tinne e ai traffici commerciali. A cavallo tra XV e XVI sec. gli edifici si arricchiscono di nuovi elementi decorativi e nuove soluzioni architettoniche (Erker). Artigiani e commercianti si organizzano in corporazioni: il loro prestigio è visibile nelle splendide insegne.
1686, il canonico Matthias Jenner, parroco di Chiusa, fonda il monastero di Sabiona.
1699, inizia la costruzione della chiesa dei Cappuccini e del convento. Chiusa vive una seconda fioritura grazie allo sfruttamento delle miniere di Fundres.
1867, con l'apertura della ferrovia del Brennero, inizia un nuovo periodo di prosperità. Con il turismo arrivano gli artisti, attratti dalla notizia della scoperta del luogo natale del più grande poeta medievale tedesco, Walther von der Vogelweide.
1874-1914, in questo periodo più di 300 artisti soggiornano a Chiusa, da allora chiamata Künstlerstädtchen, cittadina degli artisti.

Un gioiello medievale incastonato nello scenario alpino

La lunga via che attraversa la città è la prima attrattiva di Chiusa. Percorrendo il nucleo antico da Città Alta verso Città Bassa, i primi edifici storici che s'incontrano sono la Casa Wegmacher e la Chiesa degli Apostoli, in stile gotico a navata singola, costruita dal mastro-architetto Jörg nella seconda metà del Quattrocento.

Risalgono al tardo Medioevo il Municipio, il complesso del vecchio Albergo Leone d'oro (oggi Scuola Elementare), e la casa della Dogana Vescovile, sulla cui bella facciata figurano dieci dipinti araldici di vescovi di Bressanone.

Il caratteristico frontone merlato dell'Albergo Walther von der Vogelweide si eleva sugli edifici circostanti: antica sede del dazio civico, dal 1867 é un posto di ristoro. Altro antico posto di ristoro è l'ex Albergo Agnello (Zum Lamm), menzionato per la prima volta nel 1460.

Attraverso il bel loggiato con gli archi a volta si accede al primo piano e alla "Sala Walther", che nella seconda metá dell´Ottocento fu il ritrovo preferito di artisti di fama internazionale. Notevoli sono gli edifici che ospitavano la Canonica, il Tribunale e il Vecchio Municipio, chiamato anche Casa al Cervo. Quasi tutte le case di Città Alta hanno pianta molto stretta e si sviluppano in profondità per guadagnare spazio.

La vista della parte posteriore di queste case affacciate sul fiume, con i loro giardini e balconi fioriti, è suggestiva. Città Alta termina in Piazza Parrocchia su cui si affaccia la Chiesa di S. Andrea, costruzione tardogotica (1482-98) che sorge sui resti del precedente edificio romanico, considerata una delle più belle chiese del gotico sudtirolese.

Di fronte alla Torre del Sagrestano si trova la Cappella della Cripta, risalente al 1439.
Dalla piazza ci si incammina verso la Città Bassa, dove si ammirano le belle insegne che contrassegnavano gli alberghi. I pittoreschi vicoli hanno i nomi delle attività artigianali.

Tra le emergenze più significative, l'ex Albergo Orso Grigio, il posto di ristoro più antico della città (menzionato nel 1335); l'attuale sede della Cassa di Risparmio, risalente al tardo Medioevo con i suoi caratteristici Erker; il Caffè Nussbaumer (ex Albergo Croce Bianca), al cui interno era allestita, all'epoca della colonia artistica di Chiusa, una Künstlerstübele (Stube degli artisti) con una singolare galleria di opere d'arte. Oltre l'ex Albergo Rosa, Città Bassa finisce in piazza Tinne, incorniciata pittorescamente dai vecchi alberghi, alcuni dei quali ancora in attività.

Superato il torrente Tinne, nel grande parco pubblico si trova l'ex Convento dei Cappuccini, ora sede del Museo Civico e della Biblioteca Civica.

Poco più avanti, la Chiesa dei Cappuccini e la Cappella di Loreto fanno anch'esse parte del complesso conventuale dei Cappuccini.

Sulla sponda est dell'Isarco sono da vedere dall'esterno la Residenza Seebegg, un tempo sede dell'amministrazione mineraria, la Canonica e la Residenza Griesbruck.

Si ammira infine Castel Branzoll sulla sponda ovest del fiume, lungo il sentiero che conduce a Sabiona. Del complesso originale non rimane che la torre (detta "del Capitano"), databile agli inizi del Duecento.

La visita prosegue seguendo un antico percorso con le stazioni della Via Crucis (mezz'oretta a piedi), verso il Convento di Sabiona, che occupa con la sua mole la parte superiore dello sperone di roccia che sovrasta il borgo.

Il monastero, ultimato nel 1686, sorge con la Chiesa del Convento e la Chiesa S.Croce sulle rovine di un precedente complesso distrutto da un incendio nel 1533. In direzione del castello si incontra, la Chiesa di Nostra Signora (1652-58).

Il prodotto del borgo

Basta una visita alla Cantina Produttori Valle Isarco per apprezzare i suoi eccellenti vini.

A Chiusa, speck e salumi tipici tirolesi portano l' inconfondibile marchio Gasser.

Il piatto del borgo

Il tipico menu tirolese potrebbe cominciare con un antipasto di speck e salumi locali, poi un primo piatto a base di ravioli della valle Isarco, oppure Knödel (canederli), Gulasch o carré di maiale con crauti come secondo e infine una bella fetta di Strudel, o di torta di grano saraceno con mirtilli rossi.